DARIO TUBIANA 
Chi sei? Ciao! Mi chiamo Dario e lavoro come knitwear designer. Gioco primariamente con lana e colori e ne faccio delle cose po’ pop. Lavoro a mano, quindi ai ferri, collaborando con riviste di settore internazionali (andate a vedere!), ma lavoro anche all’ufficio stile di Benetton nella sezione di maglieria.
Cosa ti porto? Vorrei un cappuccino ben schiumato, per favore, uno di quelli con la schiuma fitta fitta che si lascia raccogliere con il cucchiaino.
Il tuo dolce preferito? Beh, se affiancate al cappuccino anche una fetta di crostata di albicocca (molto grande, eh!), o una fetta di torta di mele (huge, mi raccomando!), sarebbe perfetto.
Come nasce la tua passione? La mia passione nasce dalla voglia di vedere incatenati tra loro milioni di colori diversi ed è nelle fibre più calde che ho trovato il modo di assecondarla. Mia madre mi ha insegnato ad avviare le maglie sui ferri e io ho fatto il resto da solo, cercando di unire tecniche e colori fino a farne la mia felice ossessione.
Fonti d’ispirazione? I lopapysa (i famosi maglioni scandinavi a sprone circolare) e le disegnature geometriche, in particolare quelle etniche e tribali, sono la mia più grande fonte di ispirazione; essi permettono, infatti, di creare senza limiti giochi di forme e colori utilizzando tecniche di lavorazione e punti maglia molto interessanti. Per quanto riguarda i colori, invece, spesso l’ispirazione è nei posti più insospettabili come, per esempio, sullo stendino di casa. I panni stessi, infatti, sistemati in modo assolutamente casuale, spesso ci propongono delle cartelle colore incredibili a cui mai avremmo pensato. Certo, il downside della situazione, in questo caso, è che bisogna fare il bucato e stenderlo… c’è cosa più noiosa?
Tre aggettivi per descriverti? 3 aggettivi? Vediamo, dicono che io sia: vagamente autistico, impacciatamente solitario, e decisamente non convenzionale.
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